E’ arrivata l’estate… Mare, spiaggia e vacanze son le tre parole d’ordine di questo periodo, ( anche se per gli studenti come me insieme a queste 3 sta anche la 4, che è la famosa e temuta ” sessione estiva”, ma questo è un altro discorso…), è il momento degli aperitivi al tramonto e delle cene sulle terrazze, e chi meglio di una bottiglia di vino può dare maggior sapore al tutto?
D’estate l’approccio al vino cambia, il consumatore medio preferisce il cosiddetto “Light Drinking”, ossia vini con minor contenuto di alcol, vini freschi, vivaci e profumati; ecco perché sono i vini bianchi, solitamente, a dominare la scena.
Le vendite di vini bianchi in questo periodo salgono fino al 70% , comprensibile, ci danno quella sensazione di sollievo a questo caldo rovente e la loro acidità ci da una sensazione di benessere, ma talvolta vengono spesso serviti anche a temperature fin troppo fredde, con il peccato di perdere le loro migliori caratteristiche, in particolare i profumi.
Non solo i vini bianchi son i protagonisti di questo periodo ma anche gli spumanti, con la loro briosa effervescenza, sembrano dissetare e appagare maggiormente durante le calde giornate estive e, in questa stagione, si consumano specialmente quelli prodotti con il metodo Charmat, ( esempio: il famosissimo “Prosecco”) ad essere preferiti, generalmente, come aperitivi.
Si fanno strada in questo periodo dell’anno anche i vini rosati, questi hanno da sempre “pagato” la colpa per il fatto di trovarsi in mezzo tra i vini bianchi e rossi, eppure offrono quella giusta via di mezzo che si adatta in diverse circostanze e possono esprimere una piacevole freschezza e fragranza nei profumi e negli aromi, si possono servire freddi, spesso alla temperatura di un vino bianco.
“Dimenticati” in estate, sono i vini rossi, che risultano per molti, troppo “pesanti ” e “complicati”, ma non tutti i vini rossi sono uguali, ci son ottimi vini rossi meno ” robusti” che possono accompagnare le nostre serate estive, e possiamo goderci qualche ” grande vino rosso” in occasione di cene serali; inoltre abbiamo la fortuna di avere un vasto panorama vitivinicolo, che ci offre una vasta e colorata gamma di prodotti da poter abbinare a ogni circostanza, quindi perché non spaziare un pò?
Dopo questo excursus sul consumo estivo del vino, parliamo di una faccenda più tecnica e anche maggiormente significativa: gli effetti di questo cambiamento climatico sulla viticoltura.
L’innalzamento ( anche anomalo) delle temperature, la riduzione delle piogge e l’intensificazione di fenomeni meteo estremi oltre a influenzare il consumo del vino, influenzano anche le tecniche colturali: ci son state annate in passato molto siccitose ( come quella del 2003, del 2007, del 2012..) che hanno portato a conseguenze negative per la viticoltura e necessariamente dei cambiamenti nelle tecniche e nelle lavorazioni in vigna, rimettendo in gioco i sistemi di allevamento utilizzati, l’orientamento dei filari, le distanze di impianto, il controllo della vigoria delle piante…
E come bisogna comportarci? Nel medio-lungo periodo si può modificare gli assetti della viticoltura, mentre nel breve periodo effettuare tecniche per mitigare l’impatto del “global warming”; è importante mettere in atto delle tecniche per riequilibrare la maturazione, per evitare la disidratazione e le scottature degli acini, come: fare cimature post-invaiatura, potature tardive dopo il germogliamento, aumentare gli stress fotosintetici ( con defogliazioni tardive post-invaiatura,
ombreggiamento), attuare irrigazioni sovrachioma e usare fitoregolatori- antitraspiranti come auxine esogene/ inibitori di etilene.
Si può inoltre ricorrere all’aggiunta di acini immaturi o piccioli nel mosto per aumentarne l’acidità e il sentore vegetale , o usare miscele di uva “normale ” ( piena maturazione) con uve raccolte all’invaiatura ( immature) per avere vini meno alcolici e con acidità maggiore ( il vino moderno di cui parlavo prima).
Le tecniche sopracitate ritardano la maturazione, così da contrastare gli effetti negativi di questo cambiamento climatico che si fa sempre più spazio al giorno d’oggi, anche se è fondamentale conoscere il nostro vigneto così da attuare le tecniche più adatte.
Finisco dicendo che quello che sta succedendo oggi non è una leggenda o una storia fittizia nata perché al telegiornale non sanno più che cosa dire, è vero, il clima sta cambiando e gli equilibri si stanno sgretolando a poco a poco, quindi non facciamo finta di non sentire e facciamo qualcosa per cercare di salvaguardare quello che abbiamo, non pensiamo a curare i danni, vediamo di prevenirli e di saldare l’infinito debito che abbiamo con questo pianeta.
Greta Orsolini, studentessa di Enologia e Wine-Blogger
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