Con questo articolo vorrei parlarvi di un’ altra azienda del nostro territorio, un’ azienda che stimo sia per il loro approccio alla viticoltura e sia per i loro prodotti.
Sto parlando di Caiarossa, un’ azienda vitivinicola che segue i principi dell’agricoltura Biodinamica e Biologica, la quale si estende per una superficie di 70 ettari, nella Val di Cecina, precisamente a Riparbella, un piccolo borgo medievale che si erge su una collina della Costa Toscana, a metà tra Volterra e Pisa. Il nome Caiarossa deriva dal tipo di suolo su cui si erge l’azienda, caratterizzato dalla presenza di diaspro, rocce e ghiaia dal colore rosso intenso e trae ispirazione da Gaia, dea della fertilità e della natura.
Logo dell’azienda è un antica testa di argilla di origine etrusca, raffigurante il Dio Dionisio, risalente al IV secolo a.c., appartenente a Eric Albada Jelgersma, proprietario dell’azienda dal 2004. Caiarossa grazie all’esperienza ultradecennale della famiglia Jelgersma, proprietaria anche dei due Grands Crus Classés in Margaux ( Chateau Giscours e Chateau du Tertre) e grazie alle elevate competenze del team aziendale è entrata nel mondo dei vini di qualità.
Ad oggi Caiarossa conta una superficie vitata di 31 ettari, 16 impiantati tra il 1998 e il 2000 e ulteriori 15 ettari tra il 2012 e il 2013 nella collina di Nocolino, località distante pochi chilometri dall’azienda, andando a occupare attualmente 3 poderi: Podere Serra all’olio, Podere le Lame e Podere Nocolino presentando sette varietà a bacca rossa, Sangiovese, Merlot, Cabernet Franc, Petit Verdot, Cabernet Sauvignon, Syrah, Alicante e tre a bacca bianca: Viognier, Chardonnay e Petit Manseng. La Cantina trae ispirazione dagli studi di geodinamica e dai principi del Feng Shui, presenta una struttura su 4 livelli che permettono la vinificazione “ a caduta”, questo per rispettare maggiormente l’uva e mantenerne le caratteristiche organolettiche.
L’ingresso è nella parte più alta, zona di selezione e i successivi livelli presentano longitudinalmente le vasche in diversi materiali, con un sistema di scale e passerelle per permettere la maggior praticità per lo svolgimento delle lavorazioni in cantina e una maggior sicurezza. Al piano seminterrato è collocata la “barriccaia”, dove al centro troviamo un apertura nel suolo, collegata direttamente al terreno attraverso delle sonde, per scaricare i campi elettromagnetici e elettrostatici. Inoltre sono presenti delle aperture collegate con l’esterno e con il bosco vicino alla cantina, per favorire un areazione naturale e avere una temperatura e un’umidità costanti.
Inoltre l’azienda predispone di una sala degustazione al piano superiore, dove vengono accolti i visitatori, con alle spalle un bellissimo balcone che si affaccia sulle vigne, una vera e propria “chicca”.
In questa bellissima realtà ho avuto il piacere di svolgere il tirocinio dove ho avuto modo di seguire la vendemmia e le vinificazioni sia in bianco che in rosso, avendo l’opportunità di lavorare a stretto contatto con il team aziendale e oltre a ciò, ho lavorato ( insieme alla mia compagna francese di stage, dell’università di Bordeaux) per una nuova sperimentazione introdotta dall’azienda, riguardante il vitigno Cabernet Sauvignon, scelta oltretutto come argomento per la mia tesi di laurea.
Le mansioni da me svolte durante il periodo di tirocinio rispecchiavano a 360 gradi i lavori svolti da qualsiasi operatore dell’azienda, ero seguita molto in ogni attività, venivo inclusa in ogni operazione al fine di avere un quadro completo di come lavora l’azienda e di imparare più cose possibili.
Caiarossa e la Biodinamica:
“Un legame fra tradizione e innovazione, fra Universo e Uomo. Caiarossa nasce nel 1998 e da subito diventa pioniera dell’Agricoltura Biodinamica in Toscana “
La filosofia biodinamica nasce nel 1924 con Rudolf Steiner, filosofo, ricercatore e inventore dell’antroposofia; essa si basa su una concezione olistica dell’Universo, inteso come un tutto che va oltre alla mera somma degli elementi che lo
compongono. Importante e fondamentale è cercare di creare un rapporto di armonia fra Natura e Uomo, fra tutti gli esseri viventi e l’universo che sta al di sopra tutto ma che fa da cornice a questo delicato e bellissimo quadro.
Questo porta l’azienda ad abolire l’utilizzo di fertilizzanti minerali sintetici e di pesticidi chimici e curare i vigneti attraverso ricognizioni di
controllo quotidiane. Il terreno è lavorato con compost prodotto con letame e residui della vinificazione, concimazione verde – sovescio-, preparati biodinamici e gestione dell’inerbimento con miscele di sementi biologiche.
Queste operazioni, aumentando l’attività biologica del terreno lo rendono vitale e le piante possono crescere in modo salutare, inoltre la gestione delle operazioni avviene seguendo i cicli cosmici e lunarie le lavorazioni prevedono trattamenti a basso dosaggio di rame e zolfo uniti a degli estratti di varie piante o di alghe, pesticidi a base di sostanze minerali naturali e creazione di “confusione sessuale” per il contenimento della popolazione degli insetti.
Da questa filosofia, da questo accurato e rispettoso lavoro nascono i vini di Caiarossa:
- Pergolaia: > % di Sangiovese, < % di Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot
- Aria di Caiarossa: C.Franc, C.Sauvignon, Syrah e Merlot
- Caiarossa: Merlot, C.Franc, C.Sauvignon, Alicante, Syrah, Sangiovese e Petit Verdot
- Caiarossa Bianco: Chardonnay e Viognier
- Essenzia: uvaggio a seconda dell’annata, solamente in annate straordinarie
- Altri prodotti dell’azienda sono:
– Oro di Caiarossa: Petit Manseng in purezza, vendemmia tardiva. esso viene sottoposto a pressatura diretta dei grappoli interi, fermenta in barrique nuove per circa un anno e affina in barriques nuove per il 66% per 14 mesi.
– Grappa di Caiarossa: solo annata 2008, deriva dalla distillazione delle vinacce delle sette varietà di uva dell’azienda. Una volta distillata, trascorre 22 mesi in barriques già utilizzate per la produzione di “ Oro “.
Lavorare in quest’azienda ha fatto si che il mio bagaglio culturale del mondo vitivinicolo diventasse ancora più pesante, ed oltre ad essere stata un esperienza più che costrittiva e fondamentale per il mio percorso, mi ha dato modo di conoscere delle persone carinissime. Il poter condividere un bicchiere di vino con chi è già parte del mondo a cui tu vuoi far parte, il poter scambiare un opinione, avere un confronto e instaurare un rapporto di
amicizia è una delle cose più emozionanti che ci sia; inoltre mi è piaciuto molto il conoscere un’azienda a stampo biodinamico, che,come ho sottolineato prima, ha come scopo quello di ottenere un prodotto il più genuino possibile, e tramite la passione, il rispetto della Natura, il legame con l’ambiente e seguendo una vinificazione naturale è riuscita a crearlo, regalando al panorama vitivinicolo dei vini di alta qualità legati al territorio di dove nascono.
C’è chi appena sente la parola “Biodinamica” storge un pò il naso, ma in realtà secondo me è un discorso di “abitudine”, mi spiego meglio… Anni fa veniva visto il “Biologico” come una cosa strana, giudicando, “fricchettoni” chi si approcciava a questo tipo di agricoltura, oggi il biodinamico vive questo, deve a mio parere farsi strada, farsi conoscere e apprezzare, perché è solamente un “nuovo” e altro modo di amare la Terra e i suoi prodotti.
“I grandi vini vengono fatti in vigna” , poi certamente sta all’uomo dare la forma a quello che ha creato in campo, ma il rispetto, la cura e l’amore stesso che dai a ciò che allevi tra i filari, per il mio modesto parere, fa da riflesso a quello che ritrovi nella tua preziosa bottiglia, ed è lì che percepisci il valore di ciò che hai appena creato.
Greta Orsolini, studentessa di Enologia e neo-Wineblogger